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Il fascino dei viaggi spaziali è una cosa, ma alla buona tavola si fatica a rinunciare: ben lo sanno gli astronauti della Iss, nutriti per mesi a cibo liofilizzato, o tuttalpiù termostabilizzato. Qualcuno deve avere pensato ad alta voce a un piatto di patatine fritte (e l’Esa l’ha sentito!).

Così l’Agenzia spaziale europea ha messo a disposizione i laboratori dell’Estec (Noordwijk, Olanda) a due ricercatori dell’Università di Salonicco (Grecia), cui ha dato il compito di studiare il problema che, va detto, è oggettivamente complesso, come tutto ciò che riguarda la quotidianità sulla stazione spaziale.

Per quanto riguarda il fuoco, per cucinare una fiamma è proprio fuori discussione. In assenza di gravità, le fiamme non si comportano come sulla Terra e un eventuale incendio sarebbe un evento catastrofico, com’è ben raccontato da una sequenza di Gravity, film del 2013.

PATATINE SU GIOVE. J.S. Lioumbas e T.D. Karapantsios, i due ricercatori, hanno perciò costruito una speciale friggitrice elettrica e per provarla, e provare come funziona in varie condizioni di gravità, l’hanno testata nella centrifuga del centro spaziale, capace di simulare condizioni fino a 9G.

Il risultato? Per un buon piatto di patatine fritte la gravità migliore è quella della vostra cucina, o anche del baracchino sotto casa, ma la seconda migliore pare sia quella di Giove.

A tre volte la gravità terrestre le patatine cuociono in metà tempo, perché c’è un veloce passaggio di calore fra l’olio bollente e il cibo, e le patatine formano una bella crosta spessa e croccante. Ma solo nella parte superiore: quella inferiore, impregnata dall’umidità delle patate stesse, rimane molliccia.

Aumentando la gravità i risultati peggiorano, diminuendola… Be’, il lavoro non è ancora finito. Esa e Nasa, tuttavia, assicurano che già oggi gli astronauti possono scegliere da un menu di 200 tra cibi e bevande. Per le patatine c’è da aspettare.

Fonte> www.focus.it